Il mio approccio

Tutte le facoltà di psicologia presentano ai propri studenti i principali approcci e le più
importanti teorie tese a rispondere alla domanda fondamentale della psicologia: “Perché
l’uomo fa quello che fa?”.
Ogni corso, ogni professore ed ogni autore è estremamente persuasivo nell’esporre la
sua posizione e certo non mancano argomentazioni per ogni uno di essi,
indipendentemente dall’orientamento.
Ammetto che sono restato nel tempo affascinato da posizioni di pensiero e teorie spesso
molto diverse tra loro; ma quindi quale scegliere per costruire la propria professione?
Quale corrente di pensiero può essere quella giusta per diventare un buon clinico, per
aiutare al meglio le persone?
La risposta è semplice: l’approccio Cognitivo-Comportamentale; questo modello è quello
che più di tutti ha saputo dimostrare di essere efficace, sia da un punto di vista scientifico
che in abito strettamente clinico; ad oggi la terapia Cognitivo Comportamentale è
considerata uno dei modelli di intervento migliori, quello che ha il maggior numero di
articoli che ne dimostrano l’efficacia e il più citato in assoluto nei testi di medicina.
Il postulato alla base della CBT verte sulla relazione complessa tra comportamenti,
emozioni e pensieri, così che le problematiche emotive ed i comportamenti disfunzionali
risultano essere conseguenza diretta di credenze disfunzionali protratte nel tempo. A
dispetto della sofferenza e dell’evidente impatto negativo sulla qualità della vita, questi
pensieri e convinzioni si mantengono nel tempo impedendo di fatto al paziente di liberarsi
dalla morsa della sofferenza.
L’origine dei disturbi emotivi e comportamentali dipende, secondo questo approccio, dalla
interazione tra l’ambiente e/o i ricordi, e gli scopi e credenze con cui di fatto la persona
affronta la realtà, in sostanza tra le cognizioni e i contesti di cui fa esperienza.
Sono quindi le cognizioni ad originare gli stati emotivi ed i comportamenti, che a loro volta
e ricorsivamente influenzano le cognizioni stesse: questa è un’ottima notizia visto che il
nostro potere di azione sull’ambiente è abbastanza limitato mentre quello sul nostro
pensiero e le nostre azioni è enormemente più grande.
In sostanza attraverso l’analisi dei pensieri, delle emozioni e del comportamento è
possibile spiegare i disturbi emotivi e le loro manifestazioni, così come porvi rimedio.
Le ragioni per cui la terapia Cognitivo comportamentale funziona sono riassumibili in pochi
e semplici punti:
- È basata su solide basi scientifiche sia per quanto riguarda i costrutti sia per quanto riguarda gli aspetti clinici.
- È orientata ad uno scopo chiaro, formulato con il paziente con obiettivi terapeutici condivisi. La diagnosi e l’anamnesi guidano la scelta della tecnica più adatta, tenendo conto naturalmente delle caratteristiche uniche di ogni persona. I progressi vengono verificati periodicamente per valutare il più obbiettivamente possibile l’andamento della terapia.
- È un intervento a breve termine, con cadenza generalmente settimanale e durata media compresa tra i 4 ed i 12 mesi.
- Il paziente partecipa al processo terapeutico, non è quindi un soggetto passivo ma viene coinvolto attivamente lungo tutto il percorso.

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