D.O.C. - Disturbo Ossessivo Compulsivo

19 Disturbo ossessivo compulsivo

Che cos’è il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) e come si manifesta.

La caratteristica principale di questo disturbo è la presenza di ossessioni e/o compulsioni. Le ossessioni consistono in idee, pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e/o persistenti che insorgono improvvisamente nella mente del soggetto e che vengono percepiti come intrusivi, fastidiosi e privi di senso; le compulsioni sono definite invece come atti mentali (es. contare, pregare, ripetere parole...) o comportamentali (es. controllare, pulire, ordinare...) ripetitivi, messi in atto in risposta ad un’ossessione secondo regole precise, allo scopo di neutralizzare e/o prevenire un disagio e una situazione temuta.


Sintomatologia e classificazione

Ne esistono diversi sottotipi, classificati secondo la manifestazione tipica:

  1. Checker: ossessionati dall’idea che qualcosa possa essere sfuggito al loro controllo e che di conseguenza possa accadere un evento negativo di cui loro sarebbero responsabili. Es. controllare di aver chiuso la porta, il gas o l’acqua, o di aver contato bene i soldi o non aver scritto parole blasfeme
  2. Washer: ossessionati dall’idea di essere contaminati e di contaminare con sostanze disgustose e/o dannose per la salute e/o provenienti da persone immorali. La contaminazione può essere provocata da ciò che è effettivamente pericoloso per la salute, oppure da ciò è ritenuto dalla persona disgustoso. Il contatto con la sostanza temuta è seguito da rituali tesi a neutralizzare la contaminazione, ovvero rituali di lavaggio. Es. lavaggio ripetuto delle mani, vestiti o oggetti personali
  3. Ordine e simmetria: ossessionati dall’idea che oggetti o risultati delle proprie azioni non siano come dovrebbero essere, ciò implica in alcuni casi timori di danni; spesso sono presenti convinzioni/credenze di tipo magico-superstizioso. Es. i quadri devono essere appesi a distanza tra di loro equivalenti, il tappeto deve essere attaccato al divano, gli oggetti devono risultare perfettamente allineati, simmetrici, ordinati secondo una precisa logica (dimensione e colore, esempio)
  4. Pensieri proibiti e tabù: ossessionati da pensieri blasfemi (es. bestemmie), immagini aggressive (es. picchiare persone indifese), immagini o idee perverse (es. avere rapporti sessuali incestuosi), pensieri che si riferiscono ad eventi negativi (es. un familiare che fa un incidente). Le compulsioni possono essere mentali e consistono in formule di neutralizzazione e preghiere
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Le compulsioni possono presentarsi sia nei bambini e nell’infanzia che nell’età adulta, anche se l’incidenza massima la si ha tra i 15 e i 25 anni.

Colpisce circa il 2-2,5% della popolazione generale.

Il DOC tende a cronicizzare, spesso si presenta a fasi alterne di peggioramento e miglioramento arrivando ad invalidare la persona colpita, compromettendone il funzionamento sociale, lavorativo e personale.
In Italia, sono circa 800.000 le persone colpite da disturbo ossessivo compulsivo (DOC).

Cura

I trattamenti più efficaci sono la terapia farmacologica e quella cognitivo comportamentale, secondo le attuali linee guida internazionali.
La terapia cognitiva ha due obiettivi fondamentali:

  • ridurre nel breve termine la sintomatologia
  • ridurre la probabilità di ricadute, agendo sui meccanismi cognitivi che mantengono il problema.

L’esposizione combinata con la prevenzione della risposta è la tecnica maggiormente impiegata, che in estrema sintesi prevede di esporre il paziente alla situazione che attiva normalmente la sintomatologia, ad esempio toccare una superficie che egli ritiene contaminata (nel caso di una persona con una ossessione per le contaminazioni), avendo concordato preventivamente che per un certo tempo sosterrà l’ansia via via crescente senza ricorre al solito comportamento compulsivo, ad esempio lavarsi ripetutamente le mani.
Naturalmente il paziente viene formato nella gestione dell’ansia, sostenuto ed affiancato in ogni fase della terapia ed ogni aspetto viene preventivamente valutato e concordato, tipicamente stabilendo una scaletta progressiva di esposizione, graduando il grado d’ansia che via via andrà gestito.
Oltre a questo, vengono indagati e discussi i meccanismi cognitivi alla base del disturbo al fine di prevenire ricadute nel futuro.
Diversamente dalla terapia farmacologica, con la quale la terapia cognitivo comportamentale condivide la percentuale di efficacia, questo intervento è privo di effetti collaterali.
Nei casi più gravi spesso i due approcci, quello farmacologico e quello cognitivo, vengono impiegati congiuntamente con ottimi risultati.

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